Wednesday, November 29, 2006

Mar Rosso Ras Om Sid

Fare un racconto di viaggio su sharm el sheikh è quasi una presa di giro..
una vacanza in un villaggio all inclusive non è propriamente quello che definirei un viaggio!

Pero’ credo che qualche volta si ha bisogno anche di una semplice vacanza relax. senza doversi preoccupare di quale città visitare o quale monumento-museo-attrazione ci aspetta.

Con questa necessità di spegnimento del cervello e in occasione del mio 31 compleanno mi sono regalata un bel viaggetto sul mar rosso.


Indecisa fra sharm el sheikh e marsa alam (la seconda ha una barriera corallina di molto superiore come si vede dalla foto) mi sono trovata a scegliere la più famosa meta sul mar rosso, per 2 motivi:
- meno vento
- località più adatta a un gruppo di amici (marsa alam è davvero tranquillo, tipico posto da coppie: fuori dal villaggio non esiste altro che il deserto)

Pero’ pur andando a sharm ho cercato la struttura nella zona dove c’è ancora qualche corallo.
essendo la 3 volta che ci vado, un po’ la zona la comincio a conoscere. purtroppo a distanza di meno di 10 anni ho notato lo scempio e la devastazione sia via terra che via mare.

Naama Bay è diventata una sorta di Las Vegas piena di discoteche, casino’, locali e negozi di souvenir e il mare ormai è come a Rimini. Ricordo quando era poco più di una strada dissestata con 2 negozietti ai lati..

Per fortuna nella zona di Sharm ci sono aree in cui è ancora possibile immergersi e ammirare i famosi fondali. una di queste si chiama Ras Om Sid (anche Ras Umm sid). Alcuni dei più nuovi villaggi sono li posizionati.

Come il villaggio Maristyle Golden Sharm e il suo gemello Aloha entrambi un’ottima scelta: dalla spiaggia tramite un comodo pontile, si entra direttamente sulla barriera piena di pesci e coralli. Certo per chi non sa nuotare puo’ essere un po’ traumatizzante perchè l’acqua è subito alta 10-12 metri ma almeno si ha l’idea del perchè sia tanto rinomato lo snorkelling in questa zona e poi si prende dimestichezza rapidamente.

Se si preferisce un’entrata in mare più graduale c’è sempre Shark bay una piccola baietta raggiungibile in 10 minuti via navetta o taxi, che permette di arrivare alla barriera dalla spiaggia, tramite un corridoio di sabbia. I fondali non sono male e si puo’ davvero avvistare qualche minuscolo squaletto (come è capitato a me)

Certo se si vuole vedere davvero i coralli più belli, è obbligatoria un’escursione al parco marino di Ras Mohammed. L’avevo già fatta 2 anni fa con il tour operator Settemari, ma stavolta ho deciso di farla con il diving center e in effetti è stata migliore. Una barca più piccola, più agile che riesce ad accostarsi meglio alle baiette frastagliate del parco. Meno persone e quasi tutti sub.. veri amanti del mare! i pesci sono i soliti: pappagallo, chirurgo, farfalla, balestra… ma i coralli sono fantastici, unici, coloratissimi. se devo paragonare il mare delle Maldive e quello del Mar Rosso dico che a livello di fauna le Maldive sono superiori (tartarughe, squali, mante..) ma i coralli che lì sono morti per via del nino.. in Egitto sono davvero belli.

Peccato che durerà ancora per poco. ho assistito a scene terribili: russi che camminano indisturbati con le pinne sulla barriera corallina. acqua scooter, motoscafi con paracaduti, banana boat.. tutte cose che poco si sposano con la tutela dell’ambiente marino.

Oltre al mare, le altre cose che ci si ritrova - ahimè - a fare sono lo shopping e le escursioni nel deserto. Sono entrambe attività prettamente da turismo di massa, ma se uno va in questi posti lo deve mettere in conto. Comunque se proprio uno si deve dedicare all’acquisto selvaggio ( e soprattutto di marche contraffatte tipo le nike silver e le borse luis vitton) consiglio la vecchia Sharm (ancora meglio Dahab ma è molto lontana) Avverto subito che se volete acquistare qualcosa mettetevi l’anima in pace, la contrattazione non durerà mai meno di 30-40 minuti. e anche li si sono adeguati all’euro.

Riguardo alle escursioni nel deserto si può scegliere fra motorata (con i quad) o cammellata.
quale sia la scelta, si rivela pessima.. altro che deserto! ci si ritrova in mezzo a colonne infinite rumorose di altre moto e alla fine ti portano in una finta tenda beduina a consumare una bottiglietta d’acqua a 1.50 €!!
Pero’ certo che la mezzaluna capovolta (in orizzontale anzichè in verticale!) con l’alone bianco intorno.. è proprio bella, anche se hai gli occhi pieni di polvere e sabbia :)

Insomma alla fin fine sono stata bene, ci sarebbero ancora tantissime cose da raccontare: il sole sulla pelle, il blu del reef, le serate dell’animazione che per una volta mi sono piaciute, e le persone conosciute cosi diverse da te.. che ti fanno capire quanto la loro vita sia diversa dalla tua e quante strade siano possibili. Viaggiare serve sempre, apre la mente, ti fa rivalutare tutto con altri occhi.

Viaggio in Norvegia

15 agosto 2005

Partenza a Ferragosto! Alle 18 circa partiamo da Bologna e dopo 4 ore di volo, con scalo a Bruxelles, arriviamo a Goerdamon, l’aereoporto di Oslo. Noleggiamo la macchina alle 22.30 e partiamo verso nord alla volta di Hamar sulle sponde del lago di …, prima di Lillehammer, dove abbiamo prenotato l’ostello.

16 agosto 2005

L’ostello si rivela molto bellino (una tripla con letto a castello tutta in legno chiaro), e ancora di più la colazione…si rivelerà la migliore di tutto il viaggio! Insaccati, formaggi, marmellate, pane caldo, aringhe, salmone fresco e salmone in forno… e inoltre i buonissimi waffels. Ci ingozziamo a più non posso e facciamo pure i panini (di nascosto…perché si potrebbero fare ma si paga 50 nok a testa).

Dopo colazione prendiamo la mitica E6 che loro spacciano come autostrada ma è poco più di una statale i cui limiti spaziano da 50km/h nei centri abitati a un massimo di 90km/h nei tratti più isolati (e più curvosi!!!).

Decidiamo di fare una mega trebbiata e così dopo ben 15 ore di macchina con una micropausa per la cena (dove assaggiamo il trollburger e l’hawaiburger con ananas e cipolle) e circa 800 km di strada (fate voi i conti della media..) arriviamo a Mosjoen, ultima cittadina di rilievo prima del Circolo Polare Artico.

Decidiamo di nuovo di dormire in un ostello, e abbiamo fortuna: visto che tutte le camere standard e le camerate sono piene, ci danno allo stesso prezzo una camera per 2 con bagno nella Guest house. Una cameretta piccolina ma carina, con bagno. Prezzo ottimo (450 corone=56,72 euro) con colazione inclusa!

Ma il pezzo forte è il tizio alla reception (che poi scopriremo essere il boss) : ci da una serie di dritte su strade alternative, limiti di velocità e autovelox molto mooolto utili.

Durante tutta la strada compare il cartello - attenzione attraversamento alci - ma non ne vediamo nessuna, in compenso 2 volpi magrissime ci attraversano la strada e salviamo un gattino ferito che giaceva nel mezzo di una strada a 90km.

17 agosto 2005

Partiti dall’ostello di Sandvik altra trebbiata con destinazione BODO (per poi traghettare alle isole Lofoten). Ma è impossibile non fermarsi al Circolo Polare Artico. E’ un posto molto turistico certo, ma ha il suo fascino. Si trova in un altopiano stupendo con ghiacciai innevati. Ed è frequentato da branchi di renne che attraversano la strada. Bellissime!!!

Arrivati a Bodo ci dirigiamo al molo per prendere il primo traghetto utile. Abbiamo un paio d’ore di tempo da perdere e le spendiamo nel centro commerciale più grande della zona (riusciamo anche a fare shopping!!!). Aprofittiamo per mangiare qualcosa e io provo la mia prima Fiskesuppe: una zuppa di panna e pesce (con salmone e gamberetti…) dal sapore dolce e delicato. Scopriamo qui che in Norvegia non si paga l’acqua. Infatti abbiamo ordinato 2 bicchieri d’acqua e la cameriera ce li ha riempiti dal lavandino, poi ci ha messo ghiaccio e limone e voilà! Pero’ era buona. E la ragazza non era per niente scocciata del fatto che noi avessimo preso qualcosa gratis.. (come in Italia!!!!)


Altra conferma: qui sono tutti estremamente gentili e parlano bene l’inglese.

Alle 17.40 salpiamo e troviamo i primi italiani a bordo. Il traghetto è bello, ben spazioso, pulito. Si puo’ mangiare, dormire, leggere..

Il tempo è così così, ma l’arrivo alle Lofoten è da film. Sono davvero belle come si vede da questa foto.
Notiamo subito che c’è ancora molta luce. A
nche se il sole di mezzanotte finisce con Luglio, ad agosto c’è luce fino a tardi: giriamo per i primi paesini in cerca di una sistemazione convinti che siano le 7 di sera e invece sono le 22! Guardiamo alcuni bungalow ma non ci convincono e sono molto cari (più di 150 euro per 1 notte!). Chiediamo per qualche camera presso privati (economiche) ma non c’è posto. Alla fine arriviamo a un museo con un cartello “reception call…” e un numero di telefono. Telefoniamo e quando oramai non ci speriamo più, risponde una signora gentilissima che ci offre una camera che doveva dare a degli italiani che pero’ hanno bidonato. Costava 1000 nok ma ce la cede a 600 e sta sul mare. Ok la prendiamo!

Quando la vediamo scopriamo che in realtà è un Rorbuer (=una casetta dei pescatori risistemata) di ben 12 posti letto, con cucina, bagno e tutta arredata. Molto con cura. I letti sono su un soppalco sotto il tetto. La casetta è costruita su palafitte direttamente sul mare, infatti nel sonno siamo cullati dal rumore delle onde. Meraviglioso…

Peccato che il mattino dopo un tempo infame ci attenda.. perché la sistemazione è talmente bella che scattiamo tantissime foto.

18 agosto 2005

Visto il tempo terrificante (diluvia) decidiamo di cercare un posto per fare colazione, concetto che alle Lofoten non deve essere tanto familiare. Non esistono bar e alle 11 di mattina ci consigliano un ristorante..
Accettiamo (anche perché la pioggia è davvero fastidiosa e non c’è molto altro da fare) ..r
iusciamo a perdere giusto un po’ di tempo nel centro informazioni (davvero ben fornito) e poi ci dirigiamo da Maren ANNA : un ristorante delizioso fra barche di pescatori e gabbiani. Alla fine il nostro è un brunch che inizia con caffè alle 11.40 e finisce con torta alla frutta alle 15… passando per un fantastico merluzzo e una davvero strana balena. (si lo so, non si dovrebbe mangiare per via della sciagurata caccia che fanno. Ci abbiamo effettivamente pensato quando ci hanno portato il piatto ).

Finito di mangiare aveva anche smesso di piovere, quindi ne approfittiamo per visitare A (scritta con il pallino sopra) che come tutti presto scoprono si pronuncia “O” (chiusa) ed è l’ultima lettera dell’alfabeto norvegese. Infatti A è l’ultimo villaggio dell’isola.
Il vecchio villaggio dei pescatori è stato trasformato in un museo. Girelliamo fra il capanno dove costruivan
o barche, il fornaio, il fabbro e la baracca dove fanno l’olio di fegato di merluzzo. Lo assaggio…terrificante! E per ore mi resta in bocca un saporaccio. Lo sconsiglio a chi soffre di nausea facile.

Dopo le ultime case ci arrampichiamo sulla scogliera per ammirare il mare selvaggio che vi si scaglia contro. Nel posto più impervio e battuto dai venti ci sono ben 2 tende! I norvegesi sono proprio malati per il camping selvaggio.
Ci sarebbero tante cose da fare: andare alla ricerca del Maelstrom leggendario, descritto persino da Poe, fare un fo
tosafari di orche e balene.. ma con il brutto tempo non viene organizzato quasi niente. Così decidiamo di partire verso nord, alla scoperta delle altre isole Lofoten.


Purtroppo non sono belle come Moskenes. Ci impressionano le spiagge caraibiche con mare turchese nell’isola Flakstadøy.. (devono essere splendide con il sole!), ma per il resto – forse per la pioggia che è ricominciata forte – non ci esaltiamo più di tanto. Per non parlare della capitale Svolvaer, piuttosto deprimente.

Ci sembra impossibile che con un simile tempaccio partano traghetti e visto che il molo è deserto e la biglietteria ben chiusa, non ci resta che .. telefonare a bordo! Incredibile…rispondono i marinai che ridendo ci assicurano che arriveranno e ripartiranno in orario. E infatti alle 21.30 ecco il traghetto per Skutvik. Un ragazzo con k-way e pos portatile passa da una macchina all’altra (poche a dire il vero) per fare i biglietti, sotto un’acqua scrosciante. Riesce persino a fare dell’umorismo “nice weather, eh?” Si parte e si balla parecchio. Unico modo per non dare di stomaco e starsene sdraiati sulle poltrone cercando di dormire. Dopo 2 ore di sballottìo eccoci sulla terraferma. Arriviamo nel nulla.. per fortuna che grazie alla solita combinazione brochure con indirizzi + cellulare riusciamo dal traghetto a prenotare una camera in uno squallido ma comodo (vicino al porto) hotel di Skutvik.

19 agosto 2005

Inizia il viaggio di ritorno a Oslo. Partendo la mattina alle 8 dallo sbarco, la sera riusciamo ad arrivare circa 120km sotto Mosjones, sulla strada per Trondheim con oltre 600 km sulle spalle. Unica sosta concessa, la visita al minuscolo ma molto interessante museo Sami ad Harran. Una ragazzina Sami molto orgogliosa delle sue origini, ci racconta in ottimo inglese, un po’ di storia, costumi e problemi di questa minoranza. Molto istruttivo!

La giornata di viaggio è scandita anche da un altro evento a lungo atteso.. l’avvistamento di un alce! Dopo aver incontrato per km e km cartelli che avvisavano possibili ma inesistenti attraversamenti di alci, avevamo rinunciato all’idea, arrivando addirittura a prendere in considerazione l’idea di vederli in un parco a pagamento (ahimè una sorta di zoo). E invece quando meno ce lo aspettiamo, quando le nostre macchine fotografiche sono scariche, al tramonto, in mezzo a un campo coltivato .. eccolo lì, enorme e tranquillo ci fissa con noncuranza. Pianto i freni e il cuore ci batte all’impazzata per l’emozione. Lui si spaventa un po’ fa qualche saltello indietro poi si rigira e ci guarda curioso. Stupendo.

Uno di quei momenti che non dimentichero’ mai!!!!

La degna conclusione della giornata: dormire in una hytta, una di quelle casupole rosse di legno (chiamarle bungalow è riduttivo) disseminate ovunque nella Norvegia. Sono come piccole baite, spesso con l’erba sul tetto, in riva a laghi, fiumi, fiordi.. e costituiscono un modo economico e molto a contatto con la natura per dormire. Possono essere deluxe o spartane. Avere solo i letti oppure essere perfettamente arredate. La nostra ha il bagno, un cucinino, una stufa con la legna e un tavolo con delle sedie stranissime ma molto comode. La proprietaria è assente e il figliolo non brilla per intelligenza e si dimentica di darci piumini e cuscini. Ok che abbiamo le lenzuola ma di notte è freddo!! Meno male dopo aver parlato con la madre (chissà che sgridata si è preso!) ci da tutto quello che serve per la notte.

Un bel the caldo con biscotti chiude degnamente la giornata. (fortunatamente ci siamo comprati un po’ di scorte alimentari eh eh).

20 agosto 2005

Altra giornata di viaggio (600 km), in cui conveniamo che è davvero stancante guidare con questi limiti di velocità. Unica sosta della giornata alla cascata .. una delle più grandi e più suggestive della Norvegia perché contiene al suo interno una scala per salmoni. In pratica per agevolare la risalita dei salmoni hanno scavato al suo interno tante vaschette comunicanti che dal fondo li aiutano a risalire. L’ultima parte è attrezzata con pareti di vetro per l’avvistamento e la conta da parte di studiosi. Peccato che quando arriviamo la cascata è…chiusa! Non so bene come funzioni ma a quanto pare siamo nella stagione sbagliata, è tutto chiuso: l’acqua che nelle foto vediamo cascare copiosa, è poco più di un rivolino ed è chiuso pure il mega edificio nonché acquario nonché centro per la pesca (con tanto di finto salmone come banderuola). Un piccolo passaggio pedonale permette comunque di arrivare sul fondo e noi avvistiamo qualche povero salmone che prova a saltare sui massi quasi asciutti..

Per la notte giungiamo ad Elverum - città dal nome elfico! - nella quale è piuttosto difficile trovare da dormire (la lonely si rivela decisamente non aggiornata). Ci concediamo l’Hotel Central di nome e di fatto. Un po’ più caro ma molto confortevole, con una bella vasca e una colazione esagerata. Ci possiamo persino farei waffel da soli!

Come sempre facciamo i panini del pranzo ..

21 – 22 agosto 2005

Eccoci a Oslo! La città si dimostra come tutte le capitali europee un centro cosmopolita e vivace. Vediamo i primi abitanti non norvegesi (anzi capitiamo proprio nel mezzo di un Festival Indiano!), girelliamo fra negozi, locali..

Maldive villaggio bravo Club Alimathà

ALIMATHA
A lungo desiderato, questo viaggio alle Maldive non mi sembra reale finchè non sbarchiamo sul pontile di Alimatha: mare turchese che più celeste non si puo’, un’isola che ormai conosco a memoria grazie agli altri racconti e le foto di vari siti e un caldo rigenerante.



Non ci posso credere di essere li, dopo un volo di non so quante ore e un’attesa all’aereoporto di male’ sfinente (a proposito se appena seduti vi dovessero “offrire” un the o acqua non accettate! Vi chiederanno 15 dollari !!!!) .
Comunque veniamo al villaggio…


Vista l’ora (circa le 14) ci fanno mangiare al ristorante che si rivelerà uno dei punti forti. Ottima cucina: pesce, carne, insalate…primi piatti degni dell’Italia (io non mangio mai cibo italiano all’estero per principio ma qui ho dovuto arrendermi, erano troppo buoni ! non dimentichero’ le tagliatelle al ragu’ e gli gnocchi) e fantastici dolci (crepe, torte, bigne, profiterol e tanto altro)


Chiediamo un tavolo vicino al mare (sono comunque tutti posizionati benissimo) che resta il solito per tutta la vacanza (anche se qualcuno si fa spostare) e lo dividiamo con una coppia di simpaticissimi ragazzi di Assisi , i coniugi Balducci.

Dopo pranzo ci danno il bungalow, con somma gioia scopro che è il 34, quindi di quelli non sulla spiaggia principale, ma sulle baiette laterali. Una zona più tranquilla, più lontana dal “casino” dell’animazione (che rimane pur molto soft) , della musica (che per un paio d’ore viene messa a volume troppo alto, ma basta farlo presente e la abbassano…) e dei bambini.

Se si hanno bambini meglio i bungalow con i numeri più bassi: più vicini al miniclub e con la spiaggia più ampia per giocare…

In ogni caso, ovunque siano, i bungalow sono fantastici, almeno credo, se sono tutti come il nostro!

Entri dentro e ti trovi una stanza enorme, luminosa, ben arredata, pulita e una vetrata che da su un patio e da li in pochi passi sei in spiaggia!

incredibile! Ricordo ancora l’emozione nell’entrare, correre alla veranda, uscire ed essere in riva al mare, toccare l’acqua …

Dimentichiamo di avere una porta che da sull’interno e per tutta la settimana entriamo e usciamo dal patio. Lasciando la camera praticamente sempre aperta (non rubano nulla!)

Il servizio è ottimo, ci rifanno la camera 2 – 3 volte il giorno, pulendo e spazzando con cura. Ci cambiano ogni g persino l’acqua della vaschetta per lavarsi i piedi ..

Ma il pezzo forte è il mare. Parlando con persone che hanno visto altri villaggi, concordiamo che quello di alimatha è uno dei reef più belli

Il primo giorno, abbiamo visto una tartaruga , un trigone enorme e dei simpaticissimi squaletti che avevano la loro riserva personale di pesci in una delle baiette laterali…

E ogni giorno il bagno dal pontile è un’emozione.

A volte anche un po’ troppo… siamo entrambi presi di mira da un pesce balestra titano (n.72): un pesciolone arancione e marrone, molto bello e mansueto, che pero’ quando la femmina depone le uova, diventa un po’ aggressivo e ti da la carica…

Basta saperlo ed evitarlo, ma per il resto fare snorkelling è meraviglioso. Passiamo ore in acqua avvistando di tutto: squali, aquile di mare, tartarughe, polipi, pesci di 1000 colori…

Facciamo 2 escursioni: una alla vicina digghiri e una ad un posto con un nome strano tipo Ikoga..

La prima cosi cosi..la seconda bellissima. E’ uno dei pochi punti dove sta ricrescendo il corallo (morto dopo il nino) e ammiriamo i colori delle madrepore, degli anemoni e i pesciolini nemo che vi si nascondono…

L’isola dei Pescatori non l’ho vista perché mi sapeva troppo di turistico, e non mi interessavano i souvenir (che al villaggio costano un sacco). Volevamo andare all’isola deserta ma eravamo troppo pochi (i limiti di quando sei in 50 in un villaggio da 300!!!) Che altro…


Gli extra…qualcuno dice che sono cari, io in confronto a Firenze li ho trovati economici. A parte il caffe’ che te lo fanno pagare un botto, il resto costa meno: un cocktail 6 $, una corona 2, 40 $, una bottiglietta acqua 1 $…ripeto a Firenze costano MOLTO di più!

I massaggi ayurvedici….ho fatto l’abbonamento 100 dollari 5 sedute da 45 min…brave le ragazze ma ti senti devastato!!!!

Lo staff maldiviano…gentilissimo, disponibile, discreto. Se gli date qualche $ di mancia li vedrete sorridere come non mai.

Insomma una settimana è volata, l’abbronzatura c’è nonostante la protezione 50, e tanti bei ricordi…


Che dire tornero’ di sicuro alle Maldive!







Il viaggio alle Maldive l'ho fatto a:
aprile 2005
il costo del viaggio 1500 € per 1 settimana

Friday, November 24, 2006

Mercatini di Natale a Salisburgo

il post sui mercatini di natale a Salisburgo è stato spostato!

Thursday, November 23, 2006

Rodi

Non ero mai stata in una delle isole greche e Rodi come prima esperienza non è niente male.
certo potendo scegliere sarei andata da me, in appartamento o camera, anzichè villaggio..
ma non sempre si può scegliere.

il villaggio VERATOUR Steps of Lindos tutto sommato era molto bello. tutto esteso su terrazze e piani diversi (sono vere le storie sugli scalini! ma insomma se hai 30 anni puoi farti un po' di scale, no??) ma con uno stile greco molto ben curato. aiuole con fiori colorati e stradine bianche ti danno l'illusione di essere in mezzo a una città vera e propria.
il mare è splendido. l'albergo ha una spiaggia privata che raggiungi a piedi, di sassolini, molto carina. ma è altrettanto bello noleggiare una macchina e andare in cerca di altre spiagge.
la Golden sand come dice il nome ha una sabbia finissima dorata, la baia di Anthony QUINN è deliziosa anche se troppo affollata (vedi foto qui a lato), la piccola baietta di San Paolo (Pietro?) dietro Lindos ha un colore dell'acqua splendido..
e poi merita una visita anche la punta di Fassinissi con i 2 mari che si incontrano e i surfisti scatenati..




La cittadina di Lindos che dista 4 km è molto bellina, forse la più tipica dell'isola. E' formata da un dedalo di stradine con le casette bianche e l'acropoli sopra la cima.

Rodi non l'ho vista e nemmeno la caotica Faliraki (che mi dicono piena di discoteche e locali).

Sono convinta che ci siano isole in Grecia moooolto più belle. soprattutto quelle più piccole.
ma come assaggio non mi è andata male. anche il periodo è ottimale: dall'8 luglio al 15 luglio è il periodo migliore. caldo ma non troppo, ventilato ma non freddo. da poter stare anche la sera in canottiera.
insomma come vacanza relax è ottima, meglio se in coppia o in famiglia.. visto che di ragazzi giovani single ce ne sono pochini..

Viaggio in Irlanda

qui il post sul viaggio in Irlanda

Formentera

Formentera l'isla del sol e dell'amor

Ero già stata a Formentera 8 anni fa e l'avevo amata per le sue spiaggette con i chiringuito, per il mare bellissimo e per il clima allegro e un po' hippy. Temevo fosse peggiorata con gli anni. Invece ho notato che a parte un po' di miglioramenti al porto, qualche ristorante in più e qualche locale da fighetti.. per il resto è abbastanza uguale a 8 anni fa.

Soprattutto è rimasta uguale l'atmosfera easy che tanto me ne fece innamorare. Vivere in infradito e pareo, gli aperitivi in spiaggia, spostarsi con gli scooter.. nessuna o quasi nessuna discoteca. Cene a base di ottimo pesce. E tutti che hanno voglia di parlare con tutti!
Ho conosciuto una marea di persone.



Ho vissuto fra La Salina (vedi foto), dove c'è il porto e Es Pujols, dove ci sono i locali (come il Bananas) e i ristoranti. Ho conosciuto posti nuovi, il giallo, el blanco. Ho dormito di giorno e vissuto di notte.